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    Home / formazione del personale / Produttività: i dipendenti di Apple e Google i più efficienti

    Produttività: i dipendenti di Apple e Google i più efficienti

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    Aziende come Apple, Netflix e Google  sono il 40% più produttive rispetto alla media delle altre società nel mondo, secondo una recente ricerca condotta dalla società di consulenza statunitense Bain & Company. Si potrebbe pensare che ciò sia dovuto al fatto che queste aziende attraggono dipendenti di altissimo livello, dalle competenze e dal rendimento eccezionali, naturalmente capaci di generare una produttività al di fuori della media. Invece, non è questo il caso, come emerge dallo studio condotto da Bain & Company. “La nostra ricerca ha rilevato che queste due società hanno al loro interno una percentuale di top performer pari al 16%, mentre la media di altre importanti aziende si attesta al 15%”, affermano in Bain & Company. In pratica, il numero di top performer è pressoché identico, solo che Apple e Google riescono ad avere indici di produttività sensibilmente superiori. È quello che fanno i due colossi dell’hitech con questi top performer, che fa la differenza.

    Come Apple e Google incrementano la produttività

     
    1. Concentrano i top performer sulle posizioni aziendali più strategiche
      La stragrande maggioranza delle aziende segue un metodo egualitario al suo interno, cercando cioè di distribuire in maniera uniforme i propri talenti un po’ in tutti i ruoli disponibili. In tal modo si cerca di livellare  le competenze, senza avere né particolari picchi di eccellenza né criticità tra i vari ambiti aziendali. Invece, società come Google e Apple seguono intenzionalmente un metodo non egualitario. Individuano poche posizioni ma particolarmente rilevanti, diremmo quasi vitali dal punto di vista aziendale, che possono influire sul successo della strategia e dell’operatività dell’azienda, e saturano ben il 95% di questi ruoli con i migliori talenti a disposizione. Lasciando poi tutte le  altre posizioni, quelle ritenute meno strategiche, con un numero di top performer sensibilmente più basso. Un esempio lampante di come questa differente organizzazione interna conduca a risultati di produttività molto differenti, l’abbiamo potuta vedere mettendo a confronto  Apple e Microsoft all’inizio degli anni 2000. Ci sono voluti 600 ingegneri Apple per sviluppare e distribuire IOS 10 in meno di due anni. Contro i 10.000 ingegneri di Microsoft che hanno impiegato più di cinque anni per sviluppare, lanciare sul mercato e, infine, ritirare il fallimentare Windows Vista. Qual è la differenza? La differenza sta nel modo in cui queste due aziende hanno scelto di costruire le loro squadre. Apple creò un team di star perché iOS 10 era un progetto critico, diremmo quasi vitale per il futuro dell’azienda stessa. Inoltre, i premi di produttività furono dati sulla base delle prestazioni dell’intera squadra. Nessun membro del team avrebbe ricevuto una valutazione eccellente delle proprie prestazioni individuali, se non l’avesse prima ricevuta  l’intera squadra nel suo insieme.  Dall’altra parte, in Microsoft circa il 20% dei componenti di ogni team ricevette invece una valutazione eccellente, ricevendo bonus e premi basati interamente sulle prestazioni individuali. Nel corso degli anni, Microsoft alla fine ha abolito questo sistema di valutazione e di incentivazione. Tutto questo equivale a dire che la produttività diminuisce proporzionalmente al numero dei membri di un team che non sono top performer. Se il 100% di un team è composto da persone eccellenti nel proprio campo, la produttività sarà estremamente alta.  
    1. Eliminano le procedure inutili e le lungaggini
    Un’azienda mediamente perde oltre il 25% della sua produttività a causa della sua organizzazione interna spesso eccessivamente ridondante, a causa di procedure e processi che fanno perdere tempo e impediscono alle persone di agire con speditezza. Tutto ciò accade spesso quando un’azienda cresce, poiché la tendenza è quella di mettere in atto processi e procedure per gestire una macchina che diviene sempre più grande. I processi più comuni riguardano la gestione delle spese, il più delle volte. Nella maggior parte delle aziende, ci sono limiti di spesa e audit di controllo e i dipendenti vengono monitorati strettamente.  In Netflix, invece, tanto per fare un esempio non esiste una politica di spesa. L’unica politica è quella di agire nell’interesse di Netflix.  L’azienda dice ai dipendenti: “sappiamo che non siete qui per rubare, perciò non metteremo in atto processi che potrebbero distogliervi dalle vostre attività. Vi farebbero perdere tempo e consumare inutilmente le vostre energie.”  Trasmette ai dipendenti un messaggio positivo, dice in sostanza che possono dare il meglio di loro stessi  ed essere più produttivi, senza essere imbrigliati da procedure e policy varie che li rallenterebbero.
    1. Hanno leader e manager che ispirano i collaboratori
    Un dipendente impegnato è più produttivo di ben il 44%  di un lavoratore soddisfatto, ma un dipendente che si sente ispirato sul luogo di lavoro è più produttivo di uno soddisfatto, di quasi il 125%. Le aziende che ispirano i dipendenti godono di performance superiori rispetto alle altre.  I leader sono un po’ come il generale Patton, devono avere la capacità di ispirare. La leadership deve possedere anche questa particolare abilità: quella di ispirare i collaboratori. E questa abilità può essere insegnata. Le aziende che riconoscono questa capacità, e investono nell’implementarla,  riescono ad avere una produttività significativamente superiore rispetto alla media delle altre aziende. I loro leader non sono semplici capi, sono dei coach che giorno dopo giorno sono di esempio per i collaboratori e modello cui ispirarsi. La Dell Technologies, azienda hitech produttrice di computer e hardware, ha riconosciuto che c’è una sostanziale differenza di produttività tra i team ispirati da leader di questo tipo e i team guidati da leader non dotati di queste abilità. I team di vendita guidati da un leader che stimola continuamente, sono il 6% più produttivi di quelli guidati invece da un leader dalle qualità medie. Consideriamo in termini di produttività, e di denaro, quanto costa ogni anno ad un’azienda non avere dei leader con soft skill di questo tipo!

    Serve lavoro di squadra più che talento individuale

    Il talento individuale è importante, ma da solo non può trasformare le aziende in stelle. Potremmo infatti provare ogni tipo di escamotage, potremmo cercare di emulare le abitudini delle persone più efficienti di un team. Non importa ciò che facciamo individualmente, se poi non si lavora all’unisono o addirittura in contrasto con il modo in cui lavora l’intera organizzazione. Le aziende più performanti del mondo, infatti, si concentrano sul lavoro collettivo piuttosto che su quello dei singoli talenti. E voi ritenete che possano esserci ulteriori leve di tipo strategico per incrementare la produttività aziendale? Concordate anche voi sul fatto che i top performer, per raggiungere i migliori risultati di produttività, debbano lavorare all’unisono con l’intero team?  Fateci sapere cosa ne pensate, raccontateci le vostre esperienze dirette.
    Posted on 9 Agosto 2018 by Club4business Editor in formazione del personale, gestione del personale
    Tagged as Apple, Google, produttività
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